Nell’Antica Roma del I secolo d.C. il medico Sorano era solito prescrivere poesia e teatro per i suoi pazienti.

La poesia, in realtà, non ha mai nascosto la sua natura curativa, per quanto solo oggi venga consapevolizzata e formalizzata in una forma di intervento finalizzato a sviluppare una sana multiprospetticità.

In ogni stato di malattia c’è bisogno di generare una prospettiva esistenziale in grado di aiutare la persona a uscire da versioni depotenziate del sè.

Oggi esistono molte esperienze in atto. Il progetto Leggere con cura è stato attivato presso l’Ospedale di Lugano e di Lecco e prevedeva la somministrazione di sette poesie, una al giorno, sui temi della cura e della conciliazione.

Già illustri poeti del passato ben consapevoli che il loro poetare li esponeva ai rischi di una sensibilità che li rendeva inevitabilmente fragili hanno dimostrato che scegliere la poesia appare come un istintiva forma terapeutica. Umberto Saba iniziò l’analisi con Edoardo Weiss (1989-1970) nel 1929 e la terminò nel 1931 quando il medico si trasferì a Roma, allo scopo di trasformare l’angoscia in amore. Lo stesso Freud scrisse a Weiss di Saba (Lettere sulla psicoanalisi, SE 1994): «Non credo che il suo paziente potrà mai guarire del tutto. Al più uscirà dalla cura molto più illuminato su se stesso e sugli altri. Ma, se è un vero poeta, la poesia rappresenta un compenso troppo forte alla nevrosi, perché possainteramente rinunciare ai benefici della sua malattia»

Si organizzano in collaborazione con un Poeta percorsi strutturati in cui si potranno sperimentare momenti diversi:

LETTURA

ASCOLTO ATTIVO

SCRITTURA CREATIVA