CLAUDIA ANDREANI

Per me la Casa si compie nella possibilità di ospitare più materiali perchè l’esperienza con la materia sia sufficientemente ricca per tutti. La ceramica si fa necessaria presenza per la sua storia, la sua natura pacifica come sosteneva il ceramista Nino Caruso, per il suo aver saputo fare Casa in quanto immancabile suppellettile, per la sua durezza e la sua fragilità.

Mi piace pensare all’incontro con l’Arte originata apparentemente dal Caso, ma in realtà effetto di una ricerca intuitiva e di un bisogno estetico quasi indicibile, così come è bello pensare alla piccola bottega legata al territorio che genera con le mani e la manipolazione paziente della terra l’idea artistica ed estraee finalmente dal fuoco l’oggetto formato.

Per cui un giorno in un viaggio perugino mi sono imbattuto nei piccoli omini sottili di Claudia Andreani, i suoi Aspettando Godot che riprendono efficacemente l’idea suggestiva dell’Attesa e che con entusiasmo ho collocato nel mio Studio di Psicoterapia di fronte alla mia chaise longue rossa laddove l’attesa salvifica deve trasformarsi in un progetto di auto-determinazione.

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